Storie

Agata

Quando ero all’Università ho vissuto anche con Agata. Qualche anno più grande di me non ha mai perso occasione di manifestare la propria autorità divulgando principi e pillole di saggezza difficili da comprendere a molti. Non so se è mai stata una guida spirituale per me ma con il tempo siamo diventate buone amiche.  Agata era diversa dalle mie coetanee. Mentre noi andavamo in giro a cercare abiti per le feste lei si fermava nei negozi di mobili e di vestiti per bambini, quando noi organizzavamo le serate in discoteca lei ci costringeva a cenare a casa per sperimentare nuovi piatti in cucina. Mentre io ero sempre alla ricerca di nuove esperienze e mi affannavo per non perdermene neanche una, Agata sembrava sempre serena di ciò che già aveva come se tutto quello che desiderava fosse già li. “Mi dispiace per quello che si perde”, pensavo, continuando a vivere in modo frenetico. Quando mi disse che non tornava a vivere con noi dopo le vacanze perché si sposava, mi dispiacque molto ma in fin dei conti non mi stupii più di tanto.

Non ci siamo mai perse di vista anche dopo la laurea. Io sono andata a vivere in una grande città sempre alla ricerca di nuove avventure, lei in un paese della Basilicata con la sua nuova famiglia. Ci siamo viste quasi ogni anno. Io le raccontavo i miei viaggi,  le serate tra feste e locali, il mio nuovo lavoro, e lei mi raccontava dei figli che crescevano bene, delle loro marachelle, del marito distratto, dei suoi magnifici dolci e della nuova casa che stava arredando.

Continuavo a dispiacermi per quello che, per me, si stava perdendo ma guardandola serena e sempre convinta di avere già tutto,  iniziai ad ammirarla chiedendomi: “come fa?”.

Siamo diventate adulte rimanendo coerenti alle nostre modalità esistenziali divertendoci anche nel confrontarci. A differenza sua che ha preferito una vita tranquilla, io ho vissuto tra impegni mondani, viaggi, eventi stratosferici ma anche con tanta ansia e tanti vuoti da colmare.  Nei momenti di stanchezza ho pensato più di una volta che avrei voluto essere come lei, “come si fa?” mi chiedevo quando cercavo un po di pace.

Gli anni sono trascorsi e di strada ne abbiamo fatta entrambe, adesso lei lavora come insegnante ed io sono diventata mamma da qualche anno. Lei continua ad avere la stessa serenità e convinzione che aveva quando l’ho conosciuta.

Io sono cambiata, invece.

Forse senza volerlo ho rallentato i miei passi o forse ho realizzato che più che cercare, stavo fuggendo. Inaspettatamente però, ho sentito di stare bene esattamente dov’ero  senza bisogno di affannarmi ancora. Da quel giorno la mia ansia si è calmata e i vuoti pian piano si stanno riempiendo. Adesso guardandomi indietro penso: ma poi, cosa stavo cercando esattamente?

Improvvisamente mi è venuto in mente che forse ha sempre avuto ragione lei.

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